Dott.ssa Angela Grambone

Dott.ssa Angela Grambone

Psicologa e Psicoterapeuta

via Garigliano 20, 03043 Cassino

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Tel. 3735073528

La Gestalt Psicosociale


"Mi fu dato di nascere una seconda volta,

quando la mia anima ed il mio corpo

si amaro e si unirono in matrimonio”

K. Gibran, Sabbia e onda

La Gestalt psicosociale si fonda sulla matrice umanistica esistenziale e fenomenologica della Psicoterapia della Gestalt nella sua formulazione originaria da parte di Frederick Perls, Ralph F. Hefferline e Paul Goodman (1951), e sulle successive innovazioni ed elaborazioni di Erving e Miriam Polster (1973). Oltre a questi autori, la Gestalt psicosociale ha raccolto i contributi di altri iniziatori, quali Isadore From, James Simkin, Joshep Zinker.

L’osservazione fenomenologica

La consapevolezza

La valorizzazione del livello corporeo richiama l’attenzione sulla consapevolezza, che è una fonte di conoscenza, apre i canali della comunicazione interiore e tende il corpo a sentire attentamente i segnali che arrivano dall’esterno. La consapevolezza è del tutto soggettiva e comprende sempre un contenuto: significa essere coscienti delle proprie sensazioni, azioni, sentimenti, valori e giudizi. La Psicoterapia della Gestalt e Gestalt Psicosociale suggeriscono alcune domande di base che facilitano il processo di consapevolezza: “Di che cosa sei consapevole ora?”, “Che cosa senti?”, “Che cosa stai facendo ora?” “Che cosa vuoi ora?”.

Lo psicoterapeuta della Gestalt parte dall’osservazione nel qui ed ora, descrive ciò che vede con i propri occhi, accoglie ciò che ascolta con le proprie orecchie, sospende l’automatismo dell’interpretazione, si sofferma a vivere la consapevolezza, viene catturato dall’interesse genuino nell’incontro con l’altro.


L’ascolto relazionale

 Il Ciclo di relazione privilegia l’elemento della relazione nei rapporti, evidenzia i modi con i quali le persone entrano in contatto tra di loro, prevede delle fasi (tensione attivatrice, consapevolezza, attivazione risorse) che ci guidano verso una relazione piena ed efficace con l’altro o con il gruppo, e delle fasi seguenti (assimilazione, integrazione, identità), che ci aiutano a mettere a fuoco ciò che abbiamo fatto, la relazione, il contesto e mi conducono gradualmente ad interiorizzare l’esperienza. Il “lavoro successivo” all’azione consolida la mia sicurezza interiore e il senso di appartenenza e di connessione con l’altro. Il corpo è nutrito dall’esperienza di contatto e ciò che era stato rinnegato, viene integrato. La valorizzazione dell’altro nella relazione e della relazione di per sé e dunque il lavoro focalizzato sul contatto e sull’Identità e sul ritmo Contatto- Ritiro nel Ciclo di relazione scandiscono la metodologia della Gestalt psicosociale. 

Attraverso la “Gestalt della propria storia” (Rametta, 1989) che il paziente narra, emergono parti dell’Identità, che definiscono parti essenziali del self. Anche il solo significato del nome del paziente e la storia di come gli è stato dato, prima che nascesse ci conduce a strutture e ruoli codificati all’interno del self, frutto anche dell’ambiente in cui è stato accolto. Secondo la Gestalt Psicosociale la fase che conclude l’esperienza con l’ambiente è l’assimilazione e l’integrazione dell’esperienza nell’Identità. Filippo Rametta in “la Gestalt della propria storia nel processo di integrazione con l’ambiente” sostiene la centralità del lavoro sull’Identità ed analizza il modo in cui il terapeuta possa selettivamente connettere le singole esperienze della persona in una configurazione. La configurazione emergente dalla storia personale è importante, in quanto possiede una serie di dettagli fenomenologici che “danno il nome” al disagio e alla sofferenza della persona.


I livelli dell’esperienza

I livelli dell’esperienza rappresentano i modi possibili attraverso i quali la persona entra in relazione con se stesso, con l’altro o con l’ambiente. Il cambiamento di prospettiva – rappresentato dal passaggio dal qui ed ora, proprio della psicoterapia della Gestalt classica, alla concentrazione introdotta da Polster (Polster, 2007) spinge a porre attenzione alle “sequenze serrate” (Polster, 2007), che catturano nel loro incessante processo ciò che sta emergendo (una sensazione, una emozione, un ricordo). La caratteristica delle sequenze serrate risiede nella loro successione: esse si muovono una dopo l’altra (momento dopo momento), creano una nuova configurazione della storia della persona (evento dopo evento) e della relazione (persona a persona), lasciano emergere le parti dell’identità in modo integrato anziché polare (connessione da self a self). I livelli dell’esperienza inizialmente erano: il livello cognitivo - verbale, il livello Immaginativo, il livello emotivo, il livello sensoriale e il livello corporeo (Rametta,1996). Nel 2006, ad essi si è aggiunto il livello eroico (Menditto, 2006).

L’ascolto della Gestalt psicosociale avviene attraverso i livelli dell’esperienza (Rametta, 1996): con il cognitivo verbale metto in gioco parole, idee, valori; con il sensorio risveglio i sensi per captare i segnali; con l’emotivo leggo le emozioni che circolano e sfiorano la relazione caratterizzando il clima della conversazione, con l’ immaginativo lascia spazio all’uso della metafora, del simbolo, lascia emergere le immagini che l’ascolto mi suscita; con il corporeo accolgo il sentire delle parti del mio corpo ( le spalle si irrigidiscono e segnalano tensione lo stomaco si chiude e segna la delusione le mascelle si serrano e segnalano rabbia); con l’eroismo amplifico l’esserci nella situazione presente con il mio potere personale, la mia forza d’animo avendo presente l’interesse comune e non solo quello personale che anche riconosco e di cui tengo conto. 

Nella Gestalt psicosociale ampio spazio viene dato al feedback: è vietato l’uso di giudizi, di valutazioni, di interpretazioni, ma si usa l’osservazione fenomenologica, l’indice referenziale e la comunicazione descrittiva (Menditto, 2008).

Il terapeuta è il primo strumento di comunicazione e relazione dunque l’ascolto sarà orientato anche a che cosa avviene dentro di me mentre una persona parla. Il terapeuta della Gestalt psicosociale ha uno sguardo rivolto all’esterno e all’interno: osserva come il paziente comunica e ascolta qual è il suo sentire nel qui ed ora.


Il ciclo di relazione

I livelli sono una chiave di accesso per entrare costantemente e continuamente in relazione. Definirli “livelli” non vuole intendere che tra di essi sussista una maggiore o minore rilevanza, ma che ognuno di noi, in base a fattori personali, relazionali e sociali, li attiva in modo funzionale o disfunzionale. Sono esperienziali, compresenti, in connessione.

La connessione dei livelli dell’esperienza durante il processo psicoterapeutico

vuol dire lasciare che le esperienze “accadano” nel continuum di consapevolezza, consentire che i messaggi del non verbale entrino nella seduta portando eccitazione e fluidità all’esperienza.

Vuol dire lasciare lo spazio e il tempo per l’ascolto delle emozioni che emergono nel qui ed ora. Vuol dire creare in comune accordo una relazione che assuma una sua valenza e un suo significato.

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Bibliografia

Menditto M. (2006) Realizzazione di Sé e Sicurezza Interiore:Autoaffermazione, relazione, passione. Ed. Erickson Gardolo (TN).

Menditto M. (2008), Comunicazione e Relazione, Come gestire dialoghi e legami nel quotidiano, Ed. Erickson Lavis (TN).

Polster E. e Polster M. (1973), Gestalt Therapy Integrated. Contours of Theory and Practice, Brunner- Mazel, Ney York; Vintage Books, New York, 1974 (trad. It.: La Terapia della Gestalt Integrata, Giuffré Editore, Milano, 1986).

Rametta F. (1989), “La Gestalt della propria storia nel processo di integrazione con l’ambiente”, Caleidoscopio, ed. Sig.

Rametta F.(1996), I livelli dell’esperienza, “Signature”.

Perls F., Hefferline R.F. e Goodman P. (1951 or ed.; 1971, 1994, 1997), Gestalt Therapy, Excitement and Growth in the Human Personality, Gestalt Journal Press, Highland NY; Souvenir Press, Guernsey UK; Julian Press, New York; Gestalt Journal Press, Gouldsboro ME; Dell, New York.

Dott.ssa Angela Grambone

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